Ieri, ancora una volta, dentro un’aula di tribunale, siamo stati testimoni dell’ennesima assoluzione a favore delle “forze dell’ordine”.
Tutti assolti i 4 poliziotti che dopo i fatti del 30 giugno 2011 erano imputati per l’ omicidio preterintenzionale di Michele Ferrulli.
La corte d’Assise d’Appello di Milano ha confermato la sentenza di primo grado del luglio 2015: assolti.
Rimangono le grida di Michele che chiedeva aiuto, mentre i 4 agenti sferravano pugni e manganellate sul suo corpo ormai a terra, a soffocare sull’asfalto.
Rimangono le vergogne di un iter processuale che ha fatto trasformare i manganelli in guanti pur di garantire un meccanismo perfetto che ha portato alla totale impunibilità degli agenti coinvolti.
Rimangono la rabbia e il dolore dei familiari che andranno avanti fino alla cassazione.
Noi, con loro, facciamo appello a tutti e tutte, affinché venga diffusa il più possibile la notizia di questa infame sentenza, perché la richiesta di verità e giustizia sia sempre più unanime e perché non accada mai più.
Ancora una volta siamo di fronte a l’evidenza terrificante di uno Stato che assolve se stesso.
Ancora una volta tanta rabbia.
Mentre chi ci governa insiste a non approvare leggi adeguate sulla tortura e numeri identificativi, nelle aule si continuano a servire vergognose sentenze che completano un quadro preoccupante fatto di impunità e attacchi verso familiari e vittime.
Poco prima di questa sentenza, sempre a Milano, sono stati assolti per insufficienza di prove i carabinieri accusati di aver pestato violentemente Luciano Isidro Diaz nella caserma di Voghera il 5 aprile del 2009: anche loro assolti, come se nessuno avesse provocato a Luciano la perforazione dei timpani di entrambi gli orecchi, il distacco della retina con la conseguente perdita della funzione visiva di un occhio e la compromissione grave per l’altro.
Non è stato nessuno.
Come se Michele non fosse morto.
Come se Luciano non fosse invalido a vita.
VERITA’ E GIUSTIZIA PER MICHELE FERRULLI E PER TUTTI GLI ALTRI.
Acad-Onlus