COMUNICATO DI ACAD ONLUS PER ARAFET ARAFAOUI
Arafet Arfaoui, ragazzo di 31 anni, è morto giovedì 17 gennaio in un Money Transfer durante un fermo di polizia, due poliziotti nella prima volante, tre nella punto nera sopraggiunta successivamente.
Un altro morto nelle mani delle forze dell’ordine. Un altro calvario.
Un altro interrogatorio ai familiari senza dire alla moglie del decesso, ma con un cadavere steso già a terra a pochi chilometri di distanza.
In un clima di odio dove se sei tunisino, ex facchino disoccupato con qualche precedente, per alcuni sembra valere la pena di morte per 20 euro.
Nessuna brioche e cappuccino per ARAFET ARAFAOUI ma una corda ai piedi e momenti terribili prima della morte.
Voleva mandare dei soldi alla famiglia in Tunisia, era un buono e un generoso Arafet, ma qualcuno ha deciso che la sua vita valesse 20 euro ritenute false.
Era legatissimo alla moglie, NON erano separati.
Stava passando un periodo di difficoltà, ma NON era un tossicodipendente, NON era mai stato in comunità.
ACAD-Onlus (Associazione Contro gli Abusi in Divisa) si sta occupando fin dalle prime ore di fare chiarezza sulla vicenda e di assistere la famiglia di Arafet con un proprio avvocato nominato dalla moglie, Avv. Giovanni Conticelli, rispettandone l’espressa volontà di conservare, nei ristretti confini famigliari, il dolore che li ha colpiti.
Allarghiamo quindi a tutti questa loro comprensibile richiesta, invitando giornalisti e non, a rispettare tale decisione della famiglia che non vuole rilasciare nessun tipo di dichiarazione.
Anche se le prime ricostruzioni ufficiali, come da prassi, tendono a liquidare frettolosamente il “decesso per arresto cardiaco” prima ancora che le stesse indagini abbiano potuto chiarirne le vere cause, molti dettagli inquietanti stanno emergendo in questi giorni secondo le nostre ricostruzioni.
L’autopsia avverrà domani.
Abbiamo provveduto alla nomina del consulente di parte, un medico legale che ha richiesto la TAC e che parteciperà per la famiglia agli esami sul corpo di Arafet.
Ce la stiamo mettendo tutta per raccogliere gli elementi necessari per fare luce su quanto realmente accaduto.
Ci sono molti testimoni, 5 telecamere interne, 4 all’esterno e una famiglia che vuole verità e giustizia. Noi siamo con loro, per Arafet e per tutti gli altri.
Acad-Onlus