In queste ore ci è pervenuta la richiesta di archiviazione da parte del Pubblico Ministero. Come ormai prassi, purtroppo, la tendenza è quella di archiviare morti e pestaggi quando ci sono di mezzo le forze dell’ordine. Il PM ritiene che la morte di Arafet avvenuta a Empoli il 19 gennaio 2019, sia dovuta ad una “reazione emotiva data dal suo stato di salute di estrema agitazione” in seguito all’intervento della polizia e che questa agitazione insieme “all’assunzione di cocaina avrebbero determinato un arresto cardiaco da morte elettrica in corso di intossicazione” in un contesto, sempre secondo il PM, nel quale i poliziotti “hanno agito in maniera regolare” e lo stesso i sanitari del 118 intervenuti. Alla luce di questo, uniti alla Moglie e insieme all’ Avv. Giovanni Conticelli, legale di Arafet e nostro rappresentante nella difesa delle parti civili, dichiariamo a gran voce che non si condivide in alcun modo le conclusioni del pubblico ministero e che provvederemo, nei termini di legge di 20 giorni, a proporre opposizione al GIP chiedendo ulteriori accertamenti, con particolare attenzione alle cause di morte, poiché il medico-legale consulente della difesa (della Moglie e di ACAD-Onlus), ha individuato invece elementi clinici e medico legali riconducibili ad una sofferenza respiratoria da asfissia posizionale che sarebbe concausa della morte di Arafet al di là del suo stato di alterazione dovuto all’intervento della polizia e all’assunzione di cocaina. Per questi motivi faremo ferma opposizione al GIP chiedendo di accettare questi ulteriori elementi anche e soprattutto alla luce del fatto che tutta la fase di colluttazione e dell’arresto di Arafet non sono state riprese da telecamere in quanto il fermo stava avvenendo nell’unica zona del locale sprovvista e che la testimonianza degli stessi poliziotti e degli altri soggetti coinvolti dice che Arafet era tenuto a terra a pancia all’ingiù, in posizione prona con le mani ammanettate, le gambe legate da una corda fornita dal proprietario del locale e con un poliziotto che lo teneva per le caviglie e altri due che lo tenevano per le spalle. In questo contesto quindi, riteniamo che debba essere fatta assolutamente chiarezza in quanto, lo ribadiamo, non convince in alcun modo la conclusione prodotta dal pubblico ministero.
VOGLIAMO VERITA’ E GIUSTIZIA PER ARAFET! LA MORTE NON SI ARCHIVIA.
Lotteremo fino alla fine per dare ad Arafet la dignità e il rispetto che merita.
Acad-Onlus
Noi vi dichiariamo colpevoli! Giustizia per Paolo Scaroni!
ASSOLUZIONE PER GLI IMPUTATI DEL PESTAGGIO SCARONI: CHIEDIAMO LA MASSIMA DIFFUSIONE.
NOI VI DICHIARIAMO COLPEVOLI! GIUSTIZIA PER PAOLO SCARONI!
Paolo Scaroni, tifoso, ragazzo, vide la propria vita distrutta per sempre dalla violenza dello Stato il 24 settembre del 2005, quando dopo la partita Hellas Verona – Brescia, rimase in fin di vita a causa di diverse cariche immotivate della polizia mentre stava mangiando un panino alla stazione di Verona.
Si ritrova in un attimo con la testa fracassata, resta in coma per diversi mesi e al risveglio gli viene diagnosticata un’invalidità permanente del 100%.
Mercoledì 25 giugno il processo d’appello ha dichiarato il triste verdetto: TUTTI ASSOLTI!
TUTTI ASSOLTI gli agenti di polizia che si accanirono su di lui quel maledetto giorno impugnando al contrario i manganelli con l’intenzione di fare ancora più male, in 8 contro 1, senza alcuna ragione.
Dopo questa assoluzione vergognosa per insufficienza di prove, dopo quattordici anni di processi tra verbali truccati, testimonianze insabbiate e filmati spariti, i picchiatori sono riusciti a cavarsela ancora una volta grazie al volto travisato e alla mancanza di segnali numerici di riconoscimento .
Ancora una volta l’impunità delle divise, senza numeri identificativi è assicurata.
Oggi più che mai è importante far capire a coloro che vorrebbero dichiararsi innocenti con una sentenza di assoluzione ignobile, che non siamo disposti ad accettare questa ingiustizia.
Oggi più che mai è importante non lasciare Paolo solo.
Oggi più che mai riteniamo necessaria una risposta collettiva per gridare contro il sistema di impunità che giustifica e avvalora i continui abusi delle forze dell’ordine e rilanciamo l’importanza di una lotta unitaria per l’introduzione dei numeri identificativi.
Rendiamo ovunque pubblica la nostra indignazione per questa vergognosa assoluzione, nelle strade, nelle piazze, negli stadi.
ACAD L’Associazione Contro gli Abusi in Divisa invita tutta la collettività a partire dalle tifoserie e dalle curve, oltre la propria fede e oltre i colori, ad esporre, ove sia possibile, un messaggio di indignazione verso questa ignobile assoluzione con striscioni, magliette, foto, cartelli, videomessaggi, e qualsiasi mezzo ognuno ritenga più opportuno e ad accompagnare, dove realizzabile, il tutto con l’hashtag #NoiViRiteniamoColpevoli!
#GiustiziaPerPaolo
Per informazioni, comunicazioni, adesioni, invio di foto e messaggi:
Mail: infoacad@inventati.org
Facebook: ACAD-Onlus
Tel: 3348016641
Noi vi dichiariamo colpevoli. Sia fatta giustizia per Paolo.
Associazione Contro gli Abusi in Divisa
Aggiornamento processo Kaies Bohli
Nuova udienza, in Tribunale a Imperia, del processo che vede sul banco degli imputati i due Carabinieri Fabio Ventura, 37 anni, e Gianluca Palumbo, 42 anni, accusati di omicidio colposo per la morte di Kaies Bohli, tunisino 26enne.
In aula, davanti al giudice Laura Russo, questa mattina sono stati sentiti i due imputati. In precedenza è stato sentito per la seconda volta Bruno Giovanni Cavarero, autista soccorritore della Croce Verde di Arma di Taggia, in quanto, secondo il giudice Laura Russo, “la sua ricostruzione non è compatibile con telefonate che abbiamo trascritto”.”
Aggiornamento Processo Paolo Scaroni
Oggi al tribunale di Venezia è andata in scena l’ennesima vergogna giudiziaria a sostegno dell’impunità delle forze dell’ordine.
Gli imputati in appello per il GRAVISSIMO pestaggio subito da Paolo Scaroni il 24 settembre del 2005 sono stati tutti ASSOLTI.
Insufficienza di prove? Non basta un uomo ridotto in fin di vita, i filmati spariti e manomessi, le testimonianze di chi era lì quel giorno e dello stesso Paolo Scaroni che ricorda i manganelli usati al contrario che si abbattevano con una violenza inaudita su di lui.
Non basta un cranio fracassato e le manganellate sul cervello di Paolo, i mesi in coma.
Non basta una vita rovinata da un’invalidita’ al 100%.
INGIUSTIZIA E’ FATTA, ancora una volta, nel nome dell’impunità per la violenza delle divise.
NUMERI INDENTIFICATIVI SUBITO.
Un abbraccio fortissimo a Paolo e alla sua famiglia, scusandoci per non essere riusciti a presenziare oggi al loro fianco in quell’aula.
Mai più morti di Stato: come difendersi dagli abusi in divisa?
Presentazione di VLAD (Vademecum Legale contro gli Abusi in Divisa), uno strumento a disposizione di tutte e tutti per difendersi dagli abusivi e dalla violenza di Stato.
Ne parliamo con:
Avv. Riccardo Bucci – Alterego – Fabbrica dei diritti
ACAD Associazione Contro gli Abusi in Divisa – Onlus
Nunzio D’Erme – Osservatorio Repressione
Sportello Tuteliamoci di Lab! Puzzle
Il lungo processo sulla morte di Stefano Cucchi, con l’emergere di complicità, depistaggi e insabbiamenti di Stato durati dieci anni con il coinvolgimento di elementi di vertice dell’Arma dei Carabinieri, ha reso evidente a tutti con la sua drammaticità che in Italia esiste un problema di cultura democratica delle forze dell’ordine. Inoltre carceri, commissariati e caserme continua a essere coni d’ombra dove avvengono violenze e abusi, mentre la repressione del dissenso sociale diventa la norma.
La serata prosegue con Giorgio Canali + Slam Poetry e Kento @iFest2019:
Ore 20.00 SLAM POETRY contest di parole, versi, fantasie, poesie
Ore 21.00 GIORGIO CANALI + Progetto Panico
After show KENTO + Dj Fuzzten
Bologna: Presentazione ACAD e Stop al Panico
ACAD – Associazione Contro gli Abusi in Divisa – ONLUS è un’associazione che si prefigge di assistere tutti coloro che sono stati vittima di abuso da parte delle forze dell’ordine e di denunciare questi ultimi affinché non restino impuniti. Si occupa inoltre di dar vita ad un osservatorio operativo atto a monitorare e contrastare la situazione di tali abusi.
L’associazione di Mutuo Soccorso per il Diritto di Espressione si prefigge di aiutare e sostenere le spese economiche di tutti coloro che hanno processi in corso per aver fatto parte di movimenti, di occupazioni o per essersi trovati a scontrarsi con le forze dell’ordine. Ci presenteranno il vademecum Stop al Panico! : “una ricognizione ragionata nelle trame del processo penale pensata per chi prende parte a manifestazioni di piazza e movimenti dal basso”.
Sarà una giornata a cui tutti noi isolan* teniamo moltissimo perché in questo momento storico è fondamentale essere consapevoli di quali siano i nostri diritti, come ci dobbiamo comportare di fronte alle forze dell’ordine, cosa costituisce reato e cosa no. È altrettanto importante conoscere e ricordare tutti coloro che hanno trovato la morte, gravi menomazioni e danni fisici e psicologici per mano del braccio armato dello stato ed essere consapevoli della portata di questo triste fenomeno.
Vi aspettiamo numerosi!
mercoledì 12 giugno dalle ore 18:00
Laboratorio L’Isola
via del Terrapieno, 22/B, 40127 Bologna