ACAD

-Associazione Contro gli Abusi in Divisa – ONLUS –

Sentenza Uva, vergogna senza fine appello alla mobilitazione

La sentenza di assoluzione, emessa ieri a Varese che assolve gli agenti indagati per la morte di Giuseppe Uva, è di una gravità inaudita.
Giuseppe è stato fermato illegalmente, sequestrato e pestato.
Giuseppe era un uomo semplice, morto mentre era nelle mani dello Stato.
ACAD non accetta questa sentenza, non subirà in maniera passiva questa ingiustizia come crediamo non debba farlo il paese tutto.
Crediamo che ancora di più oggi vada gridata quella verità scomoda che Lucia non ha mai smesso di raccontare nelle aule di tribunale, nelle piazze e nelle strade fino al Parlamento Europeo lo scorso 15 Marzo.
Non accettiamo questa sentenza “A SORPRESA” orchestrata ad arte solo per impedire che ci fossero centinaia di persone e decine di associazioni a sentire insieme a Lucia questa vergognosa ingiustizia.
Chiediamo a tutti e a tutte di mobilitarsi innanzitutto sui social network postando la propria foto con scritto “#sappiamochièstato Giustizia per Giuseppe Uva” e inviarle alla pagina facebook di ACAD.
Inoltre chiediamo a tutte le realtà sociali di comunicare con ogni mezzo possibile la gravità di questa sentenza, le modalità con cui è stata emessa e il pericoloso precedente che rappresenta.
E’ tempo di rompere tutti silenzi, di ribellarsi all’impunità dilagante, di difenderci contro questa violenza inaudita.
Per difenderci tutti e tutte, per Giuseppe e tutte le vittime di abusi in divisa.

ACAD Associazione Contro gli Abusi in Divisa

Aggiornamento processo Budroni

L’udienza è stata rinviata al 14 Novembre alle ore 12.00, tra le principali motivazioni di questo rinvio c’è la reale possibilità di modificare il capo di imputazione da “Omicidio Colposo” a “Omicidio Volontario”. Qualora questo avvenisse la competenza per materia passerebbe alla Corte d’ Assise, corte composta anche da Giudici Popolari. Inoltre nel caso il capo di imputazione diventasse “omicidio volontario” si allungherebbero i tempi della prescrizione e quindi il processo potrebbe avere uno svolgimento con tempi utili all’approfondimento della vicenda e dei suoi molteplici aspetti controversi.

Aggiornamenti processo De Michiel del 16/03

Nell’udienza di ieri sono stati ascoltati tre dei poliziotti intervenuti quella notte all’interno della questura, in ausilio al personale della volante.
Sono stati sentiti inoltre l’autista e l’infermiere dell’autoambulanza intervenuta.
Si è cercato di ricostruire le dinamiche di quella notte ma le incongruenze sono state parecchie.
La prossima udienza é fissata per il 29 giugno, saranno ascoltati il poliziotto che coordinò le indagini i due dottori e l’infermiere che visitarono i due ragazzi feriti. Con loro, si concludono i teste citati dal P.m. Nella stessa udienza saranno citati e sentiti altri 5 testimoni che saranno indicati dalle parti civili.

VERITÁ E GIUSTIZIA PER TOMMASO E NICOLÒ

Omicidio Ferrulli, chiesti 7 anni e 8 mesi per due agenti

Milano, l’accusa chiede la condanna per omicidio preterintenzionale per due dei quattro agenti protagonisti del violento arresto di Michele Ferrulli. Per gli altri c’è l’omicidio colposo. In primo grado tutti furono assolti
di Checchino Antonini popoffquotidiano.it

Il sostituto pg di Milano Tiziano Masini ha chiesto la condanna per omicidio preterintenzionale e falso per due poliziotti a 7 anni e 8 mesi di carcere per la morte di Michele Ferrulli, il manovale di 51 anni che il 30 giugno 2011 morì a Milano per un arresto cardiaco mentre quattro poliziotti lo stavano ammanettando. Per gli altri due agenti ha chiesto condanne a 18 e 16 mesi con la derubricazione in omicidio colposo per eccesso colposo. In primo grado, i quattro erano stati tutti assolti. La requisitoria, secondo l’avvocato Fabio Ambrosetti, è stata puntuale e coraggiosa: «Ha restituito la dignità a Michele Ferrulli», ha detto a Popoff il legale della famiglia.
In particolare, il sostituto pg ha chiesto 7 anni e 8 mesi per Francesco Ercoli e Michele Lucchetti per omicidio preterintenzionale, andando oltre anche ai 7 anni chiesti in primo grado dal pm Gaetano Ruta nel processo poi conclusosi con il colpo di spugna nel luglio 2014. Per il pg, infatti, non si deve applicare la continuazione dei reati tra l’omicidio e l’accusa di falso ideologico contestata ai 4 agenti per quanto riportato nelle loro relazioni di servizio su quella sera. Per Ercoli e Lucchetti, tra l’altro, il pg ha anche chiesto ai giudici che in subordine, se non verrà riconosciuto l’omicidio preterintenzionale, vengano condannati per omicidio colposo con eccesso colposo nell’uso dei mezzi di coazione fisica a 1 anno e 10 mesi (Ercoli) e a 1 anno e 8 mesi (Lucchetti). Gli altri due poliziotti, Roberto Stefano Piva e Sebastiano Cannizzo, vanno condannati, invece, secondo il pg, per omicidio colposo con eccesso colposo rispettivamente a 16 e 18 mesi con la sospensione della pena. Il pg ha anche chiesto di riconoscere a tutti gli imputati le attenuanti generiche perché incensurati. Più tardi parleranno i legali dei familiari di Ferrulli, parti civili, gli avvocati Ambrosetti, Carlo Federico Grosso e Valentina Finamore, e i giudici della Corte d’Assise d’appello (presieduta da Sergio Silocchi) fisseranno un’altra data per l’intervento dei difensori.
Michele Ferrulli, 51 anni, originario di Bari ma viveva a Milano dove lavorava come operaio edile. Michele con la sua famiglia occupava un alloggio in via del Turchino. Una persona mite e generosa, secondo chi lo conosceva bene, impegnato a combattere a favore degli occupanti di case nel suo quartiere. La sua vita si spezza la sera del 30 giugno in via Varsavia. Un residente segnala alla polizia la presenza di diverse persone che, per strada, ascoltano musica ad alto volume, orinano sulla saracinesca di un bar e si abbandonano a urla e schiamazzi. Il gruppetto è composto da Michele e da due suoi amici. Intervengono due volanti.Al loro arrivo gli agenti dichiarano di aver chiesto i documenti ma di essere stati subito insultati da Michele che li minaccia e tanta di aggredirli. I poliziotti rispondono con la forza e lo immobilizzano a terra per ammanettarlo, operazione che è durata diversi minuti, forse troppi per il cuore di Michele Ferrulli. La questura dichiara la morte per infarto.Le testimonianze dei due amici e di altre persone presenti parlano, però, di un pestaggio da parte dei quattro agenti. Alcuni dicono che Michele veniva selvaggiamente picchiato mentre gridava ripetutamente aiuto. Una circostanza confermata da video in cui si sentono le urla e le invocazioni di aiuto di Ferrulli, i commenti in sottofondo, di chi in quel momento stava girando le immagini e si possono nitidamente vedere i colpi di manganello e i pugni.

Firenze: aggiornamento processo Magherini 10 marzo

Bocciata completamente la linea difensiva del “Proni si respira meglio”.

Si è da poco conclusa l’udienza del processo Magherini: oggi sono stati presentati al giudice Bilosi numerosi documenti sia da parte della difesa che della parte civile. Nell’ordinanza di ammissione delle prove pronunciata a fine udienza, il giudice respinge la richiesta del P.M. presentata nella scorsa udienza di perizia avanzata (dove dichiarava ridicolmente che in posizione prona si respira meglio). Inoltre onera il difesore della parte civile avv. Anselmo di produrre il testo integrale -Asfissie meccaniche violente- ed aquisisce i supporti video e dvd prodotti dall’avv Anselmo e Maresca contenenti il manuale di autodifesa della Polizia di Stato, ed anche dispone delle sentenze sull’omicidio di Federico Aldrovandi e Riccardo Rasman, e della traduzione dell’articolo redatto da Chan e altri “Weight force during prone restraint and respiratory function”.
Oggi il giudice Bilosi avrebbe anche dovuto decidere se accettare la richiesta, presentata nell’udienza precedentemente, di sentire le “volontarie dichiarazioni” del maresciallo Castellano, uno dei quattro carabinieri imputati, che però oggi evidentemente ha nuovamente cambiato idea, non presentandosi in tribunale.

BASTA IMPUNITà, VERITà E GIUSTIZIA PER RIKY!