Si è appena conclusa davanti al GIP di Palmi l’udienza preliminare per l’omicidio di Sekine Traore.
Oggi Sekine Traore, arrivato con un barcone nel 2016, schiavo delle nostre campagne, ridotto alla fame, allo stremo e sfruttato dal nostro Stato capitalista che lo ha reso ultimo tra gli ultimi e poi ucciso con un colpo di pistola sparato da un carabiniere dentro la tendopoli di San Ferdinando (vicino a Rosarno), ha iniziato un processo contro il suo assassino.
Acad “accompagnerà” Traore in questa lunga strada per “rivivere”.
Oggi, con questo fatto che diviene un precedente importantissimo, è stata scritta una nuova e inedita pagina nella lunga storia degli abusi nel nostro paese.
Ma ci rimane un forte amaro in bocca.
I fatti di oggi hanno visto ACAD presente in Udienza con richiesta di costituzione di parte civile.
La difesa dell’imputato si è opposta alla costituzione di parte civile della nostra associazione nonché del cugino di Sekine per “carenza di interesse”.
Il giudice ha ammesso la costituzione di parte civile di ACAD riconoscendo la lesione dei propri interessi derivanti dal reato.
Purtroppo ha rifiutato il cugino.
Quindi la difesa dell’imputato ha chiesto il rito abbreviato condizionato all’esame di tre carabinieri operanti. Procura e parte civile si sono opposte ed il giudice ha rigettato tale richiesta di rito abbreviato.
A seguito delle conclusioni delle parti il giudice ha disposto il rinvio giudizio per l’udienza del 02/05/2018 ma il processo viene spostato al tribunale monocratico, che è solito giudicare reati con pene minori: omicidio per legittima difesa con eccesso colposo.
Sarebbe stato diverso se il capo di imputazione fosse stato idoneo alla realtà dei fatti per rendere piena giustizia a Sekine, perché è stato un omicidio, non un errore.
Ma visti i precedenti, come nel processo per Carlo Giuliani ad esempio, è già importante che il tutto non sia stato archiviato per uso legittimo delle armi.
Oltre all’ amaro in bocca, rimane il risultato ottenuto per Traore e per ACAD che con la costituzione di parte civile sará parte attiva in questo processo.
Ciò diviene un fondamentale evento storico per le migliaia di vittime africane nel nostro mare e nelle nostre campagne.
Traore non ha avuto e forse non avrà mai servizi ai tg, paginoni di giornali, non avrà un popolo -ormai vittima del razzismo più crudele- indignato, ma noi ci siamo e ci saremo.
Per gli ultimi e con gli ultimi.
Anche in tribunale abbiamo oggi il primo ragazzo di colore che da schiavo diventa uomo degno.
È morto per una vita migliore, è morto per noi, per raccogliere le nostre arance, è morto per vivere, ucciso dal braccio armato del nostro Stato.
E oggi in tribunale siamo riusciti ad inchiodare lo Stato italiano alle proprie responsabilità.
Sekine Traore avrà un processo.
Il primo per un “neGro” schiavo ucciso dalle forze “dell’ordine”.
Il made in Italy ha il prezzo della loro vita e il colore del loro sangue.
Ricordiamocelo, sempre, ad ogni spremuta, ad ogni mandarino sbucciato, ad ogni pomodoro, ad ogni kiwi, ad ogni frutto dolce ma amarissimo.
Basta impunità!
Mai più!
Verità e giustizia per Sekine Traore