ACAD

-Associazione Contro gli Abusi in Divisa – ONLUS –

[FIRENZE] Processo Magherini

Terminata da poco l’ udienza.
Rimandata la sentenza prevista per oggi al 13 Luglio. All’udienza di oggi le arringhe della difesa dell’avv. Maresca e avv. Ragusa.
Maresca apre la difesa affermando che Riccardo Magherini,avendo assunto droga e alcool, volontariamente fosse diventanto un soggetto pericoloso, e che quindi l’intervento dei carabinieri fosse stato legittimo al fine di evitare ulteriori reati del soggetto (n.b. Magherini viene denunciato per furto di cellulare). La difesa continua l’arringa smontando le connessioni fra questo processo ed i processi Aldrovandi e Rassman (portati in sede dibattimentale come fattispecie di sentenza e in generale per contestualizzare ciò che già è successo altre volte): per la difesa non si può fare un parallelismo fra i casi perché in questo non vi é stato un uso della violenza, ma solo una contenzione sul corpo.
L’errore, che ha portato alla morte di Riccardo, sempre a detta della difesa, é stato dei volontari e operatori della croce rossa, dalla valutazione errata dell’operatore della CRI che, visto il codice giallo, doveva mandare un medico a bordo, ai ritardi dell’ambulanza.
La difesa ha chiesto totale assoluzione per i quattro carabinieri imputati.
Oggi sono state dette tante cose in quell’aula, si é parlato di processo politico contro l’Arma, sono stati citati testimoni che raccontano dei carabinieri che si avvicinano a mani aperte, che si rivolgono a Riccardo dandogli del lei, che si preoccupano del suo stato, che contengono una persona altrimenti pericolosa.
Oggi NON è stato detto che Riccardo moriva RANTOLANDO, soffocato e picchiato, che diceva AHIA, AIUTATEMI HO UN FIGLIO, che non si trovavano le chiavi delle manette, che ai volontari è stato impedito di soccorrerlo per potergli fare un degno massaggio cardiaco.
OGGI NON ESISTEVANO NÉ CALCI NÉ URLA.
Riccardo viene ricordato come pericoloso,il “furto” di un cellulare ed una vetrina rotta valgono più di un corpo a terra, pena di morte legalizzata per i tutori dello Stato.
MERCOLEDÌ 13 LUGLIO CI SARÀ LA CONTRO REPLICA DEL PM E LA SENTENZA.
Basta impunità ! Basta abusi in divisa!

Firenze, udienza processo Magherini

E’ finita da poco l’udienza di oggi che era partita (malissimo) con la requisitoria del PM: il Pubblico Ministero ha sconcertato i presenti chiedendo una condanna irrisoria di 9 simbolici mesi, e più che “pubblica accusa” ha dato l’impressione di essere “pubblica difesa”, difendendo l’operato dei 4 CC imputati e riconoscendo loro tutte le attenuanti.
Incredibilmente la stessa pena è stata richiesta per la volontaria della CRI, Claudia Matta, che cercava di aiutare Riccardo quella notte, ricevendo l’ostacolo degli stessi CC che di fatto hanno anche impedito i soccorsi.
Un mese in più per il carabiniere Corni accusato anche di percosse.
Vergognoso e sconcertante. 9 mesi, gli stessi che si vedono in condanne per furti di poche decine di euro.
Questo valeva la vita di Riccardo per il PM Bocciolini?
La verità è emersa chiaramente dalle arringhe dei tre avvocati di parte civile Anselmo, Pisa e Alfano, che hanno perfettamente ricostruito ancora una volta la storia di quella notte e non solo, facendo emergere, da fatti oggettivi e incontestabili, tutti gli elementi inquietanti del fermo violento che ha portato alla morte di Ricky, delle indagini e della sede processuale. In particolare l’avvocato Anselmo ha da subito sottolineato come “Il pubblico ministero si è affrettato a dire che -non è stato un massacro- ma di fatto lo è stato perché ha prodotto la morte violenta di Riccardo Magherini.”
E come nella sua lunga esperienza in processi per vittime da FFOO il vero processo mediatico e politico inizialmente sia stato effettuato proprio ai danni della stessa vittima e come abbia riscontrato sempre “una solidarietà spontanea con gli autori in divisa di questi fatti con continue giustificazioni e azioni sostenute da tutte le parti per ripulire le coscienze di chi aveva commesso i fatti quella notte; ed ecco che ” la vittima diventa violenta e pericolosissima” la vittima diventa il colpevole che se l’ è cercata. “Anche dopo morto continuavano a contenere a terra il corpo -prosegue Anselmo-, come se potesse resuscitare e mostrarsi violento per poter motivare quello che avevano fatto. Una scena surreale l’immobilizzazione di un CADAVERE A TERRA PUR DI GIUSTIFICARE IL LORO OPERATO”, fuori da ogni logica continuavano a contenere quel corpo che doveva apparire a tutti i costi un violento che meritava quel tipo di intervento, “questo è accaduto, nonostante le smentite di tutti i testimoni che hanno negato il comportamento violento di Riccardo”.
Poi ancora parla di “Omertà e connivenza per coprire le FFOO” da parte del medico della croce rossa facendo ascoltare prove audio. E ancora della gravità delle azioni commesse nelle ore immediatamente successive ai fatti da parte delle stesse FFOO coinvolte che di fatto si sono attivate immediatamente per concludere le indagini, escludendo i test fondamentali che avevano visto il momento della morte, e chiamando a testimoniare, anche contro la loro stessa volontà, solo i presenti che potevano provare a dimostrare quanto “violento e cattivo fosse Riccardo nei momenti precedenti al fermo”.
“Tutte le direttive Europee, -prosegue l’Avv. Anselmo- e anche la Corte Europea per i diritti dell’ uomo, ci chiedono garanzie di trasparenza sottolineando che le FFOO coinvolte non possono essere partecipi delle indagini, ma sistematicamente tutte queste richieste vengono ignorate e disattese, TUTTE.”
“Ed ecco che si è attivata da subito tutta la macchina delle indagini condotta dagli stessi CC coinvolti. Comprese le dichiarazioni false del decesso durante il trasporto in ambulanza”.
Dalla ricostruzione fatta durante altre udienze dai tanti tester ascoltati, emerge chiaramente che Riccardo sia morto per strada, ma comunque il corpo viene portato via in ambulanza, come se dopo quaranta minuti in arresto respiratorio e quattro fiale di adrenalina ci fosse un altro modo di rianimarlo. Motivo? Riccardo non poteva morire per strada, sarebbe dovuto intervenire da subito un magistrato e scattare nell’ immediato le indagini contro l’operato dell’Arma. Meglio farlo morire in ospedale, e denunciarlo per rapina. Alle 3 infatti nella caserma si attivano tutti, nucleo scientifico e nucleo operativo, tutti a documentare i danni della RAPINA del telefono che Ricky aveva preso per chiedere aiuto. “NON il sangue di Riccardo sull’asfalto, quello viene ignorato”. Alle 3e30 gli stessi carabinieri coinvolti avevano già risolto il caso. Una macchina perfetta che alle 3e30 di quella stessa notte aveva già tracciato l’andamento di questo processo, dando a Riccardo la colpa della sua morte. Ma la macchina perfetta ancora non si ferma, -prosegue Anselmo- “si tratta di indagini a senso unico, come le prime 100 pagine della sentenza Aldrovandi, in cui in tutta la caserma di Ferrara nessuno metteva in discussione l’operato dei colleghi. Tutta un’intera arma per perquisire casa e macchina di Riccardo, PER DENUNCIARLO DA MORTO, PER CONCLUDERE LE INDAGINI FATTE DALLA STESSA ARMA COINVOLTA”. Quella notte sono state prodotte solo denunce CONTRO RICCARDO MAGHERINI, è impossibile dimenticare come i tasti dei CC che verbalizzavano si interrompevano quando una delle testimoni voleva mettere a verbale la violenza subita da Riccardo con ripetuti calci. Era già chiaro allora cosa è chiaro oggi. Con la messa in moto di un meccanismo automatico ripetitivo e perfetto, già rodato altre volte, è stata riscritta la storia di quella notte, ma non basta per coprire l’imbarazzo di medici e carabinieri tesi a difendere se stessi, non può bastare.
L’avvocato Alfano inoltre ha concluso la sua arringa chiedendo al giudice Bilosi di riflettere sulle richieste del PM e prendere in considerazione una pena maggiore a quella irrisoria richiesta dal P.M. di soli 9 mesi per i quattro carabinieri accusati di omicidio colposo.

BASTA IMPUNITA’!
VERITA’ PER RICCARDO E PER TUTTI GLI ALTRI!
Da Firenze, Acad-Onlus.

Firenze: aggiornamento processo Magherini 10 marzo

Bocciata completamente la linea difensiva del “Proni si respira meglio”.

Si è da poco conclusa l’udienza del processo Magherini: oggi sono stati presentati al giudice Bilosi numerosi documenti sia da parte della difesa che della parte civile. Nell’ordinanza di ammissione delle prove pronunciata a fine udienza, il giudice respinge la richiesta del P.M. presentata nella scorsa udienza di perizia avanzata (dove dichiarava ridicolmente che in posizione prona si respira meglio). Inoltre onera il difesore della parte civile avv. Anselmo di produrre il testo integrale -Asfissie meccaniche violente- ed aquisisce i supporti video e dvd prodotti dall’avv Anselmo e Maresca contenenti il manuale di autodifesa della Polizia di Stato, ed anche dispone delle sentenze sull’omicidio di Federico Aldrovandi e Riccardo Rasman, e della traduzione dell’articolo redatto da Chan e altri “Weight force during prone restraint and respiratory function”.
Oggi il giudice Bilosi avrebbe anche dovuto decidere se accettare la richiesta, presentata nell’udienza precedentemente, di sentire le “volontarie dichiarazioni” del maresciallo Castellano, uno dei quattro carabinieri imputati, che però oggi evidentemente ha nuovamente cambiato idea, non presentandosi in tribunale.

BASTA IMPUNITà, VERITà E GIUSTIZIA PER RIKY!

Firenze: processo Magherini, aggiornamenti del 9 febbraio

Terzo aggiornamento
L’udienza è proseguita fino alle 15e45 con le deposizioni dell’appuntato Corni e della volontaria della Croce Rossa Janeta Mitrea, in forte contrasto le due versioni.
Dalla deposizione dell’appuntato Corni emergono delle dichiarazioni che lasciano sdegno e rabbia, vista la realtà dei fatti.
Per citare le parole di Andrea Magherini: “Corni, 80 kg di bugie”.
Ecco un estratto delle sue dichiarazioni:
Corni dichiara: “Quando è arrivata l’ambulanza abbiamo spiegato la situazione ed abbiamo anche precisato che eravamo pronti a togliere le manette se necessario per medicare, ma dopo il sedativo” (di fatto le manette non sono mai state tolte).
“Ho pensato fosse una quiete apparente. Non ci siamo accorti che stava male, io non sono in grado di valutarlo. Ho pensato, visto lo sforzo che aveva fatto, che poi si fosse placato, di solito accade così”
“Castellano gli teneva la testa per impedire che Magherini si facesse del male perché sbatteva la testa in terra” “Una persona in terra è pericolosa per noi ed anche per lui… dobbiamo fare in modo che il soggetto non si faccia male” (dato il risultato non ci sono parole per commentare).
“Non ho sentito nessuno dire -no i calci no-”.
“Non ho dato calci, ho solo messo la pianta del piede, tenendo il tallone a terra, sulla spalla per girargli il braccio, forse chi era dietro può aver avuto la percezione che dessi calci, ma muovevo solo i piedi per non perdere l’equilibrio” (?????)
(Nega di aver dato calci, nega di aver fatto pressioni sul torace, nega il ginocchio sul collo, nega che i civili presenti si fossero interessati sulle condizioni di salute di Riky, nega di aver sentito “dagliene ancora”.
Riccardo per i 4 CC sembra non essere morto.)
Gli viene chiesto: “Quando si è tranquillizzato qualcuno si è rivolto a Riccardo?” risponde “ No… Perché certi soggetti anche quando si sono calmati possono ancora fare del male, gli stavamo tutti a distanza di sicurezza, circa un metro. Quando si è tranquillizzato ho sollecitato l’arrivo del medico perché era ancora pericoloso, calci, morsi ed autolesionismo” “Mentre si dimenava ho visto chiaramente che sbatteva la testa su un fianco”
(E se è morto, per i CC, è morto da solo.)
Quella raccontata dai testimoni civili e dai medici e volontari della croce Rossa sembra invece un’altra storia, come in parte emerge dalla seguente deposizione di Mitrea, volontaria della Croce rossa:
Già in fase iniziale emerge un grave errore di valutazione in quanto “Il codice era un “giallo” quindi su strada di media gravità non c’erano altri codici che segnalassero il bisogno di un medico”
La collega Claudia Madda si avvicina ed inizia a chiamarlo, ma Riccardo non rispondeva. ..
La collega “due volte chiese ai carabinieri se era possibile togliere le manette” a Riccardo Magherini, per valutare le sue condizioni, ma “le risposero che era pericoloso, perché solo in quattro erano riusciti a tranquillizzarlo”.”Non mi impedirono di avvicinarmi – ha aggiunto – ma se mi dicono che è pericoloso è chiaro che non devo avvicinarmi”. La collega, che aveva più esperienza -Claudia Madda-, lo fece: “Ma per mettere il saturimetro – ha detto la volontaria – si è dovuta far spazio fra due carabinieri ” e che poi il saturimetro “non funzionava” mentre “Quando il saturimetro è stato messo ad ascenzi funzionava”. La volontaria ha poi detto di aver visto “un carabiniere a cavalcioni su Magherini” e che la collega Claudia, ascoltata a sommarie informazioni in una stanza dell’ospedale, accanto al cadavere di Magherini, ha raccontato che non stava bene, “era in una stanza piccola con due cc che sembravano aggredirla, no non è giusto aggredire –si corregge- però insistevano tanto, e lei faceva no con la testa, ma non so cosa dicevano. Quando è uscita ha detto che aveva dovuto dire cosa volevano loro. Omettendo il ginocchio sulla schiena e facendogli dire che magherini respirava.”
Sui reperti aggiunge che “la casella -non cosciente- è stata barrata dopo che era arrivato il medico e magherini era già in arresto. È stata barrata anche la casella –respira- perché Claudia aveva avuto quella sensazione. Però eravamo tutti molto stanchi, disperati,è non sapevamo cosa mettere.”
In ultimo L’avvocato Maresca chiede la decadenza della contestazione di percosse su Corni.
L’Avv. Anselmo si oppone e ricorda che lui stesso voleva contestare le lesioni.
Il giudice rinvia all’udienza del primo marzo per la deposizione di Claudia Madda e dei consulenti tecnici medico legali.
Anche oggi, come in tutte le altre udienze, tante le persone in aula a fianco della famiglia Magherini per dare sostegno alla lotta di verità e giustizia per Riky.
Solidali con la Famiglia Magherini e vicini al loro dolore per tutto quello che stanno continuando a subire.

Secondo aggiornamento
E’ da poco terminata la deposizione dell’appuntato Ascenzi, uno dei 4 CC imputati per la morte di Riky.
Dalla deposizione emerge chiaramente la volontà di far sparire fin da subito le prove delle percosse subite da Riccardo durante il fermo:
– Ascenzi afferma di non ricordare dei calci;
-il testimone Torretti (il ragazzo che nel video ormai noto grida “no i calci no” viene guarda caso omesso, come dimostra l’annotazione di servizio redatta e firmata dai 4, dalla lista dei testimoni identificati quella notte;
-Ascenzi non ricorda/non ha sentito neanche le parole del maresciallo Castellano rivolte allo stesso Torretti: “non rompere i coglioni”;
-dichiara inoltre che il forte dolore alla testa causato dal continuo comportamento violento del Magherini (che aveva prodotto sulla sua testa UN GRAFFIO!!!) ha forse generato in lui un po’ di confusione che ha presumibilmente prodotto la dimenticanza di cui sopra, o forse questa omissione del testimone Torretti è avvenuta perchè non lo riteneva importante. Nonostante questo dichiara di aver svolto regolarmente il suo lavoro inserendo gli altri testimoni e sottolineando l’importanza della Cassai in quanto “lei doveva sporgere denuncia per richiedere i danni alla sua macchina”, il Doblò bianco danneggiato dal Magherini quella notte, quando la stessa Cassai, nella sua testimonianza in un’ udienza precedente ha dichiarato fin da subito che NON voleva esporre denuncia per richiesta danni.
-Dopo aver ricevuto domanda dall’avvocato Maresca (difensore dei 4 CC) se si fosse per caso accorto delle lesioni che Riccardo aveva sul volto, e dopo che più volte lo stesso Ascenzi ha affermato di non aver visuale per visualizzare il volto di Riky, ha affermato che Riccardo nel suo continuo dimenarsi e strusciarsi a terra sicuramente si è creato le lesioni DA SOLO.
-L’avvocato Maresca inoltre, per sottolineare il perfetto operato dei suoi assistiti, fa notare che nelle volanti i CC avevano lasciato inutilizzati i “manganelli Tonfa” in loro dotazione, come se fosse un elemento in più per negare che ci sia stata violenza da parte dei carabinieri in quel fermo.
Forse qualcuno si è dimenticato di dire a Maresca che Riky è morto?
Ora in corso la deposizione dell’appuntato Corni.

Primo aggiornamento
È da poco iniziata una nuova udienza del processo per la morte di Riccardo Magherini.
Si stanno svolgendo le testimonianze dei consulenti di parte civile sugli elementi audio e video disponibili su quella notte. “Salvatemi, salvatemi, salvatemi” “chiamate un ambulaza” gridava Riky accerchiato dai 4 carabinieri.
Tra poco inizierà l’esame degli imputati.
Verità per Riky.